Allora l’Inghilterra, la Germania, la Francia, il re Vittorio Amedeo si collegarono contro la Spagna. La Francia invase la Navarra e la Catalogna; la Inghilterra spedì nel mediterraneo l’ammiraglio Bing con venticinque vascelli, dal quale addì 11 di agosto del 1718 fu l’armata spagnuola battuta presso Pachino: cinque vascelli a lui si resero, sei ne andarono in fiamme, gli altri mal conci sì ritirarono. L’imperatore assunse l’impresa di cacciare gli spagnuoli dalla Sicilia, essendosi convenuto fra gli alleati, ch’ei dovea ritenerla e darsi in cambio al re Vittorio Amedeo la Sardegna. E però assai truppe vi avea fatto passare da Napoli, dopo che l’armata spagnuola era stata distrutta; e nel maggio del 1719 vi spedì un’esercito di oltre a diciottomila soldati comandato dal conte Mercy.
Eransi dopo lungo assedio nell’anno antecedente resi al marchese di Leyde il castello del Salvadore e la cittadella di Messina. La truppa savojarda, che dentro vi era, comandata dal marchese Adorno, unitamente ad un corpo di Tedeschi venuti da Napoli, uscitane con tutti gli onori di guerra, erasi ridotta a Milazzo, per rinforzarne la guarnigione. Il marchese di Leyde nel settembre eravisi recato con tutto l’esercito, per assediarla; ma v’incontrò tale resistenza che la piazza non erasi ancora resa sulla fine di maggio del 1719, quando l’esercito tedesco sbarcato in Patti andò a fermarsi ad Oliveri. Il marchese di Leyde, temendo non trovarsi stretto dall’esercito di Mercy da un lato e dalla guarnigione di Milazzo dall’altro, decampò, abbandonando viveri, munizioni e bagaglie: andò a porsi ad oste a Francavilla e munì, come meglio seppe, il suo campo.
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