Il duca d’Orleans poi volle in ogni conto, che lo Alberoni fosse rimosso dal ministero e cacciato del regno: fu forza contentarlo.
Tali notizie erano giunte privatamente in Sicilia; il ministero di Vienna avea anche avvisato al general Mercy la cessione della Sicilia fatta all’imperatore Carlo VI, ma il marchese di Leyde nessun’ordine avea ancora ricevuto da Madrid: pure per non ispargere inutilmente il sangue dei soldati, propose una tregua. Il generale tedesco mostrossi pronto ad aderirvi, purchè gli fosse consegnato Palermo colle fortezze, ciò che lo spagnuolo non volle fare senz’ordine del re Filippo; e però seguirono le ostilità e varî incontri ebbero luogo nelle campagne di Palermo. Finalmente addì 2 di maggio del 1720 giunse al marchese di Leyde l’ordine di consegnare la Sardegna al re Vittorio Amedeo, la Sicilia all’imperatore. Allora l’esercito spagnuolo si ridusse a Termini, onde imbarcossi. Il conte di Mercy entrò in città e fe’ al parlamento prestare l’omaggio al re Carlo III di Sicilia, VI fra gli imperatori di Germania.
I primi passi del breve regno di Carlo III furono segnalati da due solenni ingiustizie. La truppa venuta da Napoli avea portato assai moneta di quel paese, che da’ venditori si rifiutava: il generale Mercy, che prese il governo in Palermo, comechè il duca di Monteleone destinato vicerè fosse da più mesi in Messina, fissò per quella moneta un valore nominale superiore al reale, minacciando gravi gastighi a coloro, che ne avessero rifiutata. Indi avvenne che il regno in poco d’ora fu inondato da quella moneta; le derrate siciliane, che con quella dovean cambiarsi, vennero a vendersi in realtà di meno, e le straniere, che dovean pagarsi in buona moneta, compravansi di più; per che alte querele levaronsi.
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