Due ordini sovrani furono poi pubblicati dal duca di Monteleone tosto dopo il suo arrivo in Palermo. Pel primo dichiaravansi nulle tutte l’elezioni fatte dal marchese di Leyde dopo il 17 di febbraro del 1720, nel qual giorno il re Filippo avea sottoscritto la cessione del regno. Ciò non dimeno poi nel provvedere le stesse cariche si tennero presenti fra le persone, che vi erano state promosse, quelle che distinguevansi per vero merito.
Dichiaravansi poi col secondo decreto nulle tutte le vendizioni d’impieghi fatti dalla morte di Carlo II in poi; perchè fatte da non legittimi governi. Ma quel re non potea chiamare usurpatori nè Filippo IV, nè Vittorio Amedeo. Dopo di avere egli stesso quand’era semplice arciduca d’Austria riconosciuta la facoltà del re Carlo II di disporre della monarchia per testamento, con aver procurato di esserne egli scritto erede, non potea attaccare il titolo di Filippo IV; e Vittorio Amedeo avea avuto il regno per una solenne convenzione de’ potentati d’Europa. Senzachè egli stesso, col dichiarare nulle tutte l’elezioni fatte prima del 17 febbraro veniva a riconoscere l’antecedente legittimità di quel governo.
V. - Ma se la Sicilia ebbe a dolersi di quel re per tali decreti, ebbe poi a lodarsene, per aver egli finalmente posto fine alla scandalosa briga colla romana corte pel tribunale della monarchia. Già sin dal momento, che gli Spagnuoli aveano messo piede nel regno, il marchese di Leyde, seguendo gli ordini del re Filippo, avea richiamato tutti i vescovi e gli altri, ch’erano stati banditi, avea soppressa la giunta, la persecuzione era cessata, tutti gli scomunicati erano stati obbligati a cercar l’assoluzione.
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