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      Sulle quattr’ore scese a rimpetto della Quinta Casa de’ gesuiti, ed ivi stette la notte: il domane rimessosi in mare venne alla porta Felice, ove era già preparato il magnifico ponte. Ivi stavano ad aspettarlo il sacro consiglio, la deputazione del regno, la nobiltà, il clero, il senato: scese fra lo sparo delle artiglierie; e salito in una splendida carrozza del principe di Cattolica, entrò in città. I collegi degli artieri che formavano le milizie urbane erano schierate lungo la strada Toledo. Giunto al duomo, vi fu ricevuto dall’arcivescovo e dal capitolo. Vi si cantò il Te Deum; e fatte le sue adorazioni, si recò al real palazzo.
      Lo stesso giorno del suo ingresso bandì, che fossero tolte da tutti i luoghi, ove ne erano state affisse, le iscrizioni intitolate al re Carlo III suo antecessore, il cui vicerè avea nel 1720 fatto levare quelle, in cui era il nome di Filippo IV, che in quelle diceasi quinto; anzi ne avea fatto atterrare la statua, ch’era stata eretta alla porta della Doganella. Designò poi il re il giorno 30 del seguente giugno, per fare il suo solenne ingresso. Come a questa funzione andava annesso il prestarsi dalla nazione l’omaggio al nuovo re, il protonotaro del regno vi chiamò tutti coloro, che avean sede in parlamento.
      Il giubilo de’ Siciliani venne al suo colmo in quel giorno. Sul far dell’alba le milizie urbane si schierarono da ambi i lati della strada Toledo; le case tutte della città, non che quelle de’ grandi signori, ma de’ magistrati, degli ecclesiastici e degli agiati cittadini furono parate di sontuose arazzerie.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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