Tre magnifici archi trionfali furono eretti dal senato, il primo alla porta de’ Greci, l’altro alla porta Felice, il terzo alla piazza Vigliena. Tre ne eressero nella stessa strada Toledo le tre nazioni napolitana, genovese e lombarda.
Recossi il re di buon mattino fuori di città nella pianura di Sant’Erasmo, ove evasi prima eretto un gran padiglione, entro il quale era il trono. Ivi stando, il principe di Butera primo titolo del regno, introdotto alla sua presenza, inginocchiatosi, con breve aringa mostrò la letizia della nazione, per essere egli venuto al trono: il re rispose con lodare la fedeltà de’ Siciliani, a questo dire, tolto dalle mani del principe Corsini cavallerizzo maggiore il reale stendardo, a lui lo porse; e ’l principe rialzatosi venne fuori e si avviarono alla città, con l’ordine a ciascuno assegnato, tutti coloro ch’erano ammessi a corteggiare il re.
Precedea il reggimento delle guardie italiane; venivano appresso a piedi tutti i servidori e i paggi del re; seguivano a cavallo il principe di Rammacca, capitano della città, accompagnato da uno de’ giudici della corte pretoriana, preceduto da’ suoi alabardieri; poi i deputati del regno coi governatori del banco di Palermo; indi tutti i nobili, ognun de’ quali avea un gran seguito di servidori e palafrenieri vestiti di ricche assise. Seguiva la banda de’ suonatori del senato, cui tenean dietro gli uffiziali minori dei tribunali della gran corte e del real patrimonio; poi tutti i vescovi ed abati, che avean sede nel parlamento del regno; ed accanto ad ognun di loro era un sacro consiglio.
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