Quel buon re non solo si astenne dalle illegali estorsioni, che s’eran fatte lecite gli Austriaci, ma moderatissimi furono i tributi da lui chiesti al parlamento, nè dimandò mai straordinarî donativi, se non quando straordinarî bisogni lo stringeano; tantochè nel 1750 vietò al vicerè duca di Laviefuille di chiedere al parlamento alcun che di più della conferma de’ donativi ordinarî, per non averne mestieri. E se nel 1754 fu chiesto al parlamento, oltre un donativo straordinario di cencinquantamila scudi da pagarsi in quattr’anni, uno di settecentoventimila in nove anni; ciò lungi di essere stato di peso, fu un atto di beneficenza. Il denaro fu religiosamente impiegato, come il re avea dichiarato, pel mantenimento di cinque reggimenti siciliani, di cui fecero leva cinque baroni, onde fu un capitale di più messo in circolazione in Sicilia, e quindi ebbero onorato modo di vivere migliaja di cittadini.
Tale fu il governo di Carlo IV. Chiamato egli al trono di Spagna per la morte di Ferdinando VI suo maggior fratello, addì 6 di ottobre del 1759, cesse i regni delle due Sicilie all’infante Ferdinando suo terzo figliuolo. Nel seguente dicembre il marchese Fogliani vicerè nel duomo di Palermo ricevè l’omaggio della nazione, ed in forza di espressa procura prestò il consueto giuramento d’osservare le leggi del regno per parte del nuovo re Ferdinando III.
NOTE ED ILLUSTRAZIONII
Erodoto dice che la battaglia d’Imera accadde lo stesso giorno di quella di Salamina (an. I, Ol. 75 480 a. C. 20 ottobre); Diodoro la dice accaduta nei primi giorni d’agosto, il giorno stesso del conflitto delle Termopili.
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