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      In altre monete si vede da un lato la stessa testa d’Ercole e dall’altro una donna in atto di fare una libazione, com’è nelle monete d’Imera, e l’epigrafe THERMAEIMERAION; in alcune, è la testa d’Imera con corona murale e ’l cornucopia, e nell’altro la statua di Stesicoro, come la descrive Cicerone e l’epigrafe THERMITON IMERAION. Queste evidentemente mostrano la riunione de’ due popoli. Ed è probabile, che la seconda ed un’altra piccola, in cui è la capra, fossero state coniate quando Scipione restituì a’ Termitani i simulacri d’Imera, di Stesicoro e della capra. Abbiamo altronde le monete della sola Imera. È dunque dalle monete provata l’esistenza contemporanea di Terme e di Imera, ognuna delle quali città avea le sue particolari monete; e la riunione de’ due popoli, quando accomunarono nelle monete gli emblemi. Il Torremuzza per lungo studio delle monete venne in chiaro di questa verità: Ad maris litus, dic’egli, prope veterem Himerae urbem, Thermae erant tota antiquitate celebres, et oppidum in eis extabat, quod postea, Himera a Cartaginensibus deleta, non exiguum habuit incrementum; nam Himerenses, quos belli calamitas reliquos fecit, post patriae exicidium, eo se collocarunt et comunem cum veteribus Thermitanis penates habuere, unde Thermarum Himerensium nomen civitati indictum. Sic. vet. nummi. Tab. XC.
      Pochi anni dopo, fabricata la nuova città dai Cartaginesi, gl’Imeresi si unirono a Dionigi nella spedizione contro Mozia. Avrebbero eglino potuto farlo, se abitavano una città cartaginese?


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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