Dirigendo allo stesso punto le 168 imagini del sole, nel mese d’aprile, con un sole debole, alla distanza di 140 piedi giunse a fondere il piombo. Certo corre un gran divario tra il sole di Parigi e quello di Siracusa; tra il fondere il piombo; e l’accendere vele, sarte e legname impeciato; oltracchè le navi romane potevano essere a molto minore distanza.
Tale esperienza mette fuor di dubbio la possibilità dell’incendio, ed è grande argomento della probabilità di esso il leggere nel frammento delle opere d’Antemio, pubblicato dopo l’esperienza di Buffon, che lo specchio posto in uso da Archimede era quale Kircher lo avea immaginato e Buffon eseguito. Ciò può contrappesare la prova negativa tratta dal silenzio degli storici romani, del quale altronde può ben rendersi ragione. Non è certo da credere, che tutta la armata romana fu incesa; perchè non tutta doveva accostarsi alle mura; ma solo quelle navi, sulle quali erano le macchine ed i soldati, che dovevano tentar l’assalto da quella parte. Alcune di queste furono con altre macchine distrutte da Archimede; le altre spaventate si ritirarono fuori tiro. Potè ben accadere, che queste furono incese; che i romani ignoranti, com’erano, non conosciuta la causa dell’incendio, lo tennero accidentale, ed i loro storici non curarono di registrare un fatto, che, secondo la comune opinione, nulla aveva che fare colla difesa della piazza: ma i Siracusani, che sapevano come il fatto era andato, ne tennero conto, e su queste memorie gli storici greci dei tempi d’appresso lo attestarono.
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