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      ); ma notò il giorno, in cui essi dicevano d’essere caduta la città. Dopo dieci giorni i fuggiaschi siracusani colà giunti narrano la cosa per punto come i diavoli avevano detto. Va ora e dici che il diavolo è sempre mendace! Io voglio prestar fede piuttosto al diavolo, che a storici, che narrano tali baje.
      XI.
      Cedreno (presso Caruso, Bibl. Hist. Tom. I, pagina 62); Zonara (ivi, pag. 71); Giovanni diacono nella epistola sul martirio di s. Procopio, dicono che Ibraim, venuto in Sicilia, prese Taormina. A questi possono aggiungersi i due monaci benedittini, citati dal p. Gaetani nelle annotazioni a quell’epistola (ivi, pag. 44), Pietro Diacono, nella Vita di s. Placido; ed Ignazio da Praga, nella vita di s. Bertario. Anche la cronica di Cambridge lo dice. Malgrado tali autorità, forti ragioni m’hanno indotto a rigettare il fatto. Primieramente non calza colla cronologia. Al Novairo (presso Gregorio, pag. 11) e la cronica di Cambridge (ivi, pag. 43) dicono che nel 900 venne in Sicilia Al Abbas, figliuolo d’Ibraim; e la cronica soggiunge che nel 901 prese Palermo. Il primo dice, che nello stesso anno 901 Ibraim richiamò il figlio in Affrica; venne egli stesso in Sicilia, e qui morì. Al Kattib ed Abulfeda fissano nello stesso anno 901 la morte d’Ibraim, e l’Abulfeda dice, che morì in Palermo di diarrea (intestinorum profluvio abreptus est) senza che alcuno di essi facci motto della presa di Taormina e della spedizione in Calabria. Non è dunque da mettere in forse l’anno e il luogo della morte d’Ibraim, cioè il 901, in Palermo.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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