L’altro monaco Pietro ti dice, che i Saracini, mossi da Babilonia e dall’Affrica sotto il comando d’Ibraim nel 900 invasero la Sicilia, nel 903 espugnarono Taormina. L’altro cassinese Ignazio da Praga narra, che i Saracini tolsero la Sicilia al monastero de’ cassinesi, cui apparteneva, ed espugnarono Taormina, ch’era la sola città che restava al monastero; ma s. Benedetto e s. Bertario se ne vendicarono con far morire di morte crudelissima sotto Cosenza Ibraim capo della masnada. L’autorità di costoro può mai contrappesare il silenzio degli storici Arabi? V’ha di più. Al Novairo, Abulfeda, Sheaboddin e la stessa cronica di Cambridge concordemente stabiliscono l’espugnazione di Taormina nel 962 addì 25 di dicembre, e sono uniformi nel nome dei capitani dell’esercito saracino, nella durata dell’assedio ed in tutte le circostanze. Nè cade dubbio su questo fatto. Dunque, per esser vera l’espugnazione del 903 bisognava che la città fosse stata ripresa dai Greci. Nessuno degli scrittori di quell’età fa motto di ciò; anzi l’espressioni di Al Novairo, parlando dell’assedio del 962: Tabermin, quae reliqua erat graecanicarum arcium, pare ch’escluda la supposizione d’essere stata la città prima presa e ripresa (*). Il dire poi la cronica di Cambridge, che nel 919 fu conchiusa una tregua col popolo di Taormina e gli altri castelli, fa credere, che restava ancora in mano de’ Greci qualche tratto di paese attorno la città, ove erano altri luoghi muniti. Forse Ibraim nel 903 espugnò alcuno di tali castelli; ciò potè dar luogo alla voce d’avere espugnata Taormina.
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