Ed è cosa omai troppo conosciuta, che i papi nel medio evo furono i più forti ed efficaci difensori de’ popoli oppressi e della libertà e indipendenza di molti statiPiacemi però riferire intorno a Gregorio VII alcuni brani di un altro storico protestante di Alemagna, non meno illustre de’ citati poc’anzi, qual si è il professore Errico Leo, che in vari luoghi così ne parla (673).
«Il giorno stesso dei funerali di Alessandro fu eletto per suo successore Ildebrando (674) con universale giubilo in Roma. Commosso egli fino alle lacrime e sentendo tutta la gravità dell’immenso peso, che stava per cadergli in sulle braccia, negò di accettare la dignità che gli era stata conferita. Non si può dubitare che non fosse verace la sua ripugnanza, imperocchè vedeva bene come egli dovesse incontrare grandissime difficoltà. Di molte pene e travagli ha dovuto fare esperienza durante il suo pontificato, e pochi sono stati i giorni, nel corso di sua vita, sereni; sicchè sarebbe da avergli compassione, se i grandi uomini, quale fu egli, non fossero superiori alla buona, come alla malvagia fortuna.»
Ecco la sua sentenza intorno alla umiliazione dell’imperatore Arrigo IV a Canossa.
«Non è mancato qualche scrittore di Germania, che la scena di Canossa ha riguardato siccome un oltraggio fatto da un superbo prelato alla nazione alemanna. Questo modo di considerare la cosa denota un grandissimo accecamento e indegno d’una dotta nazione. Facciamo di spogliarci un solo istante di tutti i pregiudizî nati e nudriti dall’orgoglio nazionale e dal protestantismo, e collochiamoci, secondo che a veri protestanti si conviene, in istato di perfetta libertà di pensiero.
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