Scrisse egli una cronica universale dal principio del mondo sino al 1177, nella quale si mostra parziale pel grand’ammiraglio, esponendo la somma dei fatti, senz’accennarne le cagioni e le particolari circostanze, sfavorevoli a quel ministro. Per tale ragione ho seguito piuttosto la narrazione di Ugone Falcando, il quale narra più minutamente i fatti, e la sua narrazione ha tal nesso storico da escludere il sospetto di alterazione; senzachè un contemporaneo, che avrebbe potuto essere smentito, che parla di persone viventi, non è probabile che per inimicizia col grande ammiraglio avesse alterato i fatti; molto più che lo arcivescovo di Salerno non narra le cose diversamente, maQuae desperat tractata nitescere posse,
Relinquit.
XXVI.
David Hume (Hist. of Engl. ch. X) dice che Tancredi, ch’egli crede fratello naturale di Costanza, all’arrivo de’ due re co’ loro eserciti, entrò in paura pel suo mal fermo governo; perchè Filippo era alleato dell’imperatore Arrigo; e Riccardo era disgustato del cattivo trattamento fatto alla regina vedova, che Tancredi avea confinato in Palermo, perchè essa s’era opposta alla successione di lui alla corona; che Tancredi si diede perciò a corteggiare i due principi, dicendo a Filippo: essere affatto improprio per lui sospendere l’impresa contro gl’infedeli, per attaccare uno stato cristiano e dando libertà alla regina Giovanna; che conchiuse un trattato con Riccardo, il quale prima di conchiuderlo, sospettando della fede e di Tancredi e dei Messinesi, prese allogio ne’ sobborghi, e s’impossessò di un forte allo ingresso del porto.
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