Primieramente Tancredi avea allora da più mesi conchiusa una pace con Riccardo, che s’era obbligato a difenderlo contro chiunque avesse voluto invadere il suo regno; dunque Tancredi per la sua sicurezza non avea alcun mestieri di usare quel vile artifizio, per infiammare l’odio reciproco di due ospiti re. Filippo all’incontro avea tutta la ragione di odiare Riccardo, per un fatto narrato dallo stesso Hume. Vivente il re Arrigo II suo padre, Riccardo, di lui nemico, sapendo le tresche amorose ch’eran corse tra lui ed Alicia di Francia, sorella di re Filippo, in ogni trattato di pace, per far dispetto al padre, metteva avanti il desiderio d’avere in moglie quella principessa. Venuto al trono, se ne levò dal pensiero e contrasse sponsalizio con Berengaria, figliuola di Sancio re di Navarra; ciò malgrado, accontatisi i due re in Messina, Filippo ripropose a Riccardo il matrimonio della sorella, e quello imprudentissimamente, non solo rigettò il partito, ma gli palesò gli amori corsi tra lei ed il padre di lui, e gli esibì le prove d’esserne nato un figliuolo. Non è questa offesa da sgozzarsi di leggieri; nè Filippo era tale da dimenticare i torti. Da quel momento l’odio di lui verso Riccardo fu atroce. Venuti in Palestina, gli si dichiarò apertamente nemico; abbandonata la crociata, tornò in Francia, ed in onta al giuramento prestato prima di partire, voleva invadere gli stati di Riccardo; ma i suoi baroni, che anche aveano giurato, non vollero seguirlo. Gl’imputò pubblicamente d’avere fatto uccidere a tradimento Corrado marchese di Monferrato, mentre era a tutti noto che quel delitto era stato commesso dal principe degli Assassini, soprannominato il vecchio della montagna, che se ne dava vanto.
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