Quando Riccardo, reduce dalla crociata, fu carcerato da Arrigo IV in Germania, Filippo fece ogni opera per averlo nelle sue mani; mosse guerra all’Inghilterra; s’unì al ribelle Giovanni, fratello di Riccardo, per fargli perdere il regno.
Tancredi mostrò la lettera a Riccardo, e, perchè questo non volea credere al tradimento di Filippo, gliela diede, per poter egli esaminare se era contraffatta; nè contento a ciò sfidò a duello il duca di Borgogna, se negava d’avergliela recata. Riccardo, dice Hume, palesò tutto a Filippo; perchè dunque il duca di Borgogna non accettò la sfida? In quell’età ciò era una prova evidentissima di delitto. Nè poteva egli dire d’andarne dell’onor suo, se combatteva con un barone siciliano; perchè tenendo la sua duchèa in capite dal re di Francia, come i conti di Marsico, di Lorotello, d’Andria ec. teneano le loro contèe dal re di Sicilia, era loro pari. Filippo non avrebbe tratta clamorosa vendetta di Tancredi, se quella lettera fosse stata inventata? Tutto adunque porta a credere, che il re di Francia realmente ordì quel tradimento.
XXVII.
Il Fazello (dec. II, lib. VII. cap. II) dice che in quel trattato il pontefice restituì a Federigo i titoli d’imperadore e di re di Sicilia e Gerusalemme: e Federigo s’obbligò a pagare al papa centomila once per le spese da lui fatte in quella guerra. Noi non sappiamo onde quello storico abbia tratta una tale notizia; certo è ch’è smentita dal trattato originale riferito dal cronista contemporaneo Riccardo da Sangermano, nel quale nulla si legge di tutto ciò. Il Di Blasi poi (Stor. civile del regno di Sicilia Tom.
| |
Riccardo Arrigo IV Germania Filippo Inghilterra Giovanni Riccardo Riccardo Filippo Borgogna Hume Filippo Borgogna Francia Marsico Lorotello Andria Sicilia Tancredi Francia Fazello Federigo Sicilia Gerusalemme Federigo Riccardo Sangermano Di Blasi Stor Sicilia Tom
|