Similes Nicosiae, Trapani, Castri Johannis, Platiae, Calatagironi, Lentini, Augustae, Siracusae, Cataniae, Messanae etc. Regest. anni 1239 et 1240.
XXXII.
SU CORACE E TISIARetori ed Oratori siracusani.
SAGGIO STRICO CRITICO DI AGOSTINO GALLO.
L’eloquenza e la poesia nacquero sull’alba dello sviluppamento dell’umana ragione. Cicerone attribuisce alla prima il vanto di aver aggregate le più antiche società, per l’influenza e la faconda insinuazione di un uomo, che n’era più degli altri dotato (675).
La poesia, co’ suoi maggiori allettamenti, cooperossi alla grand’opera, e v’introdusse la religione col celebrar le lodi di Dio, che si manifestava agli uomini nell’ordine e magnificenza dell’universo.
La rettorica, la dialettica, e l’arte metrica, nacquero dopo per guidar con norme certe l’eloquenza e la poesia; ma già gli oratori e i poeti trascinavano a lor volere, colla persuasione e l’allettamento, anche i più riottosi del consorzio sociale.
Non parmi che corrisponda al vero l’antica sentenza: poeta nascitur orator fit. La natura formò questo e quello, secondo le lor peculiari fisiche e intellettuali disposizioni, che per altro sono affini nel linguaggio, come scrisse Platone, ed han quasi lo stesso scopo, cioè, di rendersi utili col diletto, se non che l’eloquenza vi aggiunge l’altrui persuasione e convinzione, e diviene perciò più importante dell’altra in società.
La rettorica e la dialettica spiarono gli andamenti e gli spontanei artificii della eloquenza, e ne foggiaron regole a perfezionarla in coloro che ne avessero d’uopo, o per meglio stabilirne i canoni; laonde ben disse Cicerone: Quae sua sponte homines eloquentes fecerunt, ea quosdam observasse, atque id egisse, sic esse non eloquentiam ex artificio, sed artificium ex eloquentia natum (676).
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