La rettorica dà seccamente i precetti, che conducono all’esercizio dell’arte oratoria, cui serve di principal sostegno la dialettica.
La rettorica, come arte, nacque posteriormente all’oratoria, figlia dell’eloquenza, che nel suo progresso si giova della rettorica e dialettica e dell’industria ed acume dell’umano ingegno nel presentare e disporre gli argomenti, e le prove nelle aringhe.
E siccome l’eloquenza è più antica; perchè sorse con gli uomini, dotati da natura di pronta e facile facondia, così bene opinò in parte lo Scinà ch’Empedocle, gran filosofo, che maneggiar dovea ottimamente la dialettica, e qual riformatore del governo d’Agrigento sapea persuadere co’ suoi ragionamenti il popolo, dovette accrescere con traslati, figure, e ogni altro bello ornamento le sue aringhe. Molto più che ciò riusciva facile a quel sommo ingegno, esercitato nella lettura d’Omero, e poeta anch’egli omerizzante nella frase, e nelle metafore, come che i suoi poemi fossero filosofici. E appunto per quella sua spontanea eloquenza, dicesi, che Gorgia Leontino, che indi spiccò in Grecia qual sommo oratore, nella giovinezza fosse stato suo scolare (680), il che potrebbe intendersi più presto imitatore. Ma non saprei indurmi a credere che il sommo Empedocle, occupato a scriver lunghi poemi sulla filosofia pittagorica da lui riformata, sulle naturali scienze, sulla morale, e sinanco sulla medicina, e inteso a costituire nella sua patria un miglior governo, siesi dato qual pedante a scriver precetti di rettorica.
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