Convocato sotto l’imperatore Marciano dal pontefice s. Leone il Sinodo Calcedonese, per cancellare l’onta dell’efesino conciliabolo e confermare la dottrina cattolica contro i nefandi errori di Eutiche e Dioscoro, presedè alla veneranda assemblea Pascasino vescovo lilibetano; al quale varrà certo un sommo elogio il dire, che fu eletto a sì nobile ed importante ufficio da un pontefice virtuoso e dotto per guisa, che dalla memore e grata posterità fu e sarà sempre senza contrasto soprannominato Magno.
Nè voglionsi lasciar senza lode i nomi de’ romani pontefici Agatone, Leone II, Sergio I e Stefano IV nati in Sicilia; i quali colle opere, cogli scritti, colla santità della vita illustrarono la Chiesa e la tutelarono dai guasti dell’eresia vituperosamente protetta dagl’imperatori bizantini. La Sicilia, illuminata dalla luce evangelica della Chiesa Romana, quando fu adulta e robusta nella fede, le die’, quasi a sdebitarsi di tanto ricevuto benefizio, questi quattro egregi pontefici.
Ai quali devono aggiungersi Gregorio di Agrigento monaco, che prima in Antiochia, poscia in Costantinopoli scrisse eccellenti sermoni sui dommi cattolici e contro l’eresia dei monoteliti; il monaco Teodosio, dal quale abbiamo la miseranda narrazione dei durissimi stenti, della fame, degli strazj, onde fu travagliata l’infelice Siracusa, allorchè cadde sotto il giogo musulmano; e principalmente s. Giuseppe soprannominato Innografo per la copia degl’inni greci da lui composti in lode di G. Cristo, della b. Vergine e di alcuni santi.
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