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      E ben si rileva questa differenza dalle parole di Saba Malaspina, ove parla del supposto parlamento di Barletta e del vero parlamento di Foggia: Novus Rex... generale colloquium apud Barolum celebravit... Posthaec solemnem curiam apud Fogium universis citra portam Rosati nobilibus et baronis convocatis indixit, ubi, ad honoris Regii clarificanda fastigia, tam de conservatione justitiae, quam de aliis publici boni compendiis, statutis utilibus pubblicatis etc. (Saba Malaspina, presso Caruso, Tomo II, pag. 759). Ecco il vero Parlamento. E pongasi mente alla circostanza di essere stati chiamati in Foggia tutti i baroni di qua della porta di Rosato, ch’era il confine della Calabria, e perciò il punto ove terminava il regno, e cominciava il ducato di Puglia. Re Manfredi adunque convocò in Foggia il parlamento del regno, dopo di aver fatto riunire in Barletta tutti i sindaci della provincia, per far loro riconoscere con atto solenne la sua autorità. Infatti lo stesso cronista dopo le parole citate di sopra soggiunge, che furono scelti Coletta Conciajoco e il notajo Stefano Poppalettere, per recarsi in Napoli a giurar fedeltà al re, come sindaci di Barletta.
      XXXVIII.
      Di Blasi (Ivi, sez. 2, cap. 1.) dice che Carlo d’Angiò, per mettere a morte Corradino si determinò di eseguire la sua risoluzione, nel consiglio di un parlamento, lusingandosi che i parlamentarj non si sarebbero discostati dai suoi sentimenti. Nel mese dunque di ottobre dello stesso anno 1268 chiamò l’adunanza di tutti i baroni, dei sindaci delle università etc.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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