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      347) dice: tanta victoria ab excelso Salvatoris Solio principi et comiti orta est, nè lo scriba del sacro palazzo, promosso da Innocenzio II, poteva pensare e scrivere altrimenti. Dall’altro lato l’abate Telesino (ivi pag. 273), che a richiesta della contessa d’Avellino, sorella del re scrisse l’elogio storico più presto che la biografia di lui, dice che la vittoria fu promessa da Dio, per corregere il re della superbia, in cui s’era levato pei prosperi eventi. Così ognuno fa agire Dio secondo la propria passione. Il moderno storico deve rigettare egualmente i vituperi dell’uno, che non acquistan più verità per la continua esclamazione Regem aeternum testamur e gli elogi spesso smodati dell’altro, e registrare solo quei fatti, in cui ambi son concordi, e sono altronde provati.
      (223) Alias civitates virtute comprehendens, igne ferroque consumavit: viros quoque et mulieres, pervulosque earum variis mortis generibus necavit, quosdam vero eorum comburi fecit. Regem testamur aeternum, tanta crudelitate in christianos illos exarsit, quod vix aut nunquam a seculo est auditum. Falc. Benev, ivi pagina 351. Che grandi crudeltà ebbero allora ad accadere è credibile, per essere ciò proprio dei tempi e delle guerre civili; ma non perciò è da dar piena fede ad uno scrittore tanto nemico di Rugiero che lo chiama sempre nefandum regem.
      (224) Vedi la nota XIX in fine.
      (225) Falcone Beneventano (ivi, pag. 358) dice che, dopo la presa di Nocera, il principe di Capua ed il conte d’Avellino non poterono far fronte al re, perchè i loro baroni, da lui compri, si negarono a seguirli.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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