Riccard. da Sang., ivi p. 580.
(331) Matth. Paris, ivi, pag. 1024 e 1026.
(332) Sumpserunt cornua ex odio papali. Lo stesso, ivi, pag. 1024.
(333) Ex eo tempore conglutinata est anima imperatoris cum anima soldani indissolubili cemento dilectionis et amicitiae. Lo stesso, ivi.
(334) Altri storici raccontano diversamente il fatto. Secondo essi Rainaldo, vicario di Federico, fu il primo a spingere il suo esercito contro gli stati del papa. Dee far molto peso l’autorità di due egregi storici protestanti, quali sono Leo e Raumer; i quali narrano gli avvenimenti in questa guisa.
Ecco le parole del Leo: «Rainaldo, vicario di Federico in Sicilia, come ebbe oppresso la ribellione dei signori di Poplito, cagionata a quel che pare, dagli editti del papa, insieme col fratello e con numeroso esercito, composto la più parte di Saracini, entrava nella marca di Spoleto, nè i fulmini del Vaticano gli tolsero di saccheggiare le terre del papa fino a Macerata e perseguitare a morte i partigiani che Gregorio avea nel clero e nel popolo.
«Giovanni, re di Gerusalemme, il quale allora era vicario temporale del pontefice nelle provincie della Chiesa, ed il cardinale Giovanni Colonna ebbero commissione da Gregorio di arrestare con forti provvedimenti i progressi di Rainaldo. E poichè vedeva, che la loro operosità non raggiungeva con sufficiente prestezza lo scopo, un’altro esercito fece levare dal suo cappellano Pandolfo dei Savelli d’Anagni e dai conti Tommaso di Celano e Rugiero dell’Aquila, fuorusciti di Sicilia, e lo drizzò verso Puglia.
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