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      (560) Da ciò è manifesto quanto sia stato falso, che il sommo sacerdote degli Ebrei abbia in Castiglione tratto un sasso contro il crocifisso in una pubblica processione.
      (561) Resta ancora un monumento delle vessazioni dì questo vicerè. Il marchese di Geraci Arrigo Ventimiglia e il conte di Golisano per una briga privata ebbero un duello: il vicerè li bandì e confiscò tutti i loro beni. Il conte di Golisano si acconciò col vicerè con cedergli il feudo della Roccella allora appartenente alla sua contea. Il marchese di Geraci si rifuggì presso il duca di Ferrara suo parente. Fra’ beni confiscatigli furono gli arieti di bronzo, avanzo delle antiche arti greco-sicule, che Alfonso avea donati a Giovanni primo marchese di Geraci, i quali tratti da Castelbuono furono trasportati in Palermo, e tuttora si conservano nella galleria del real palazzo. Forse a tale violenza si deve la conservazione di questo pregevolissimo monumento.
      (562) Cap. 396 Alph., 23 Joann., 8 Ferd.
      (563) Mong., Stor. de’ Parl., T. I, pag. 124.
      (564) Cap. 77 Ferd. II.
      (565) Cap. 80.
      (566) Cap. 81.
      (567) Cap. 82.
      (568) Cap. 83.
      (569) Cap. 84.
      (570) Cap. 85.
      (571) Cap. 86.
      (572) Cap. 87.
      (573) Cap. 88.
      (574) Cap. 90.
      (575) Cap. 92.
      (576) Cap. 93.
      (577) Cap. 94.
      (578) Cap. 97.
      (579) Cap. 101.
      (580) Cap. 102.
      (581) Cap. 456 reg. Alph.
      (582) V’erano intorno a ciò due prammatiche del re Giovanni. T. I, tit. 1, De off. proregis.
      (583) Intervengono in quell’atto il marchese di Geraci, il marchese di Licodia, il conte di Cammarata, il conte di S. Marco, il conte di Golisano, il barone di Pietraperzia, il barone di Castelvetrano, il barone di Militello, il barone di Ciminna, il barone di Regalmuto, tanto nomine proprio, quanto come procuratore di molti altri baroni restati in Palermo, i quali dichiararono, che volendo evitare gli scandali, omicidii ed altri danni, s’erano partiti il giorno avanti da Palermo, e venuti in Termini vi celebraron l’esequie del morto re ed invocarono ad alta voce il nome della regina Giovanna e del principe di lei figliuolo.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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