(590) Capo 219.
(591) Cap. 102 Reg. Car. II.
(592) Cap. 234.
(593) Imperial. pragm., Tom. II in fine.
(594) Cap. 252 e 253 Reg. Car. II.
(595) Il sospettoso Filippo, geloso in cuore del fratello, all’annunzio di tal vittoria freddamente disse «D. Giovanni ha rischiato molto, avrebbe potuto perder la battaglia.» Papa Sisto V più franco esclamò: «Fuit homo missus a Deo, cui nomen erat Joannes.»
(596) Il procedere ex abrupto importava dar la tortura all’imputato prima di esser legalmente compito il processo contro di lui. Ciò ammetteasi solo pei pubblici facinorosi.
(597) Cap. 49, Reg. Joan.
(598) Cap. 58, 175, 139, 207, 248 Reg. Car. II.
(599) Cap. 18, Reg. Alph.
(600) Cap. II, Reg. Philip. I.
(601) Mongit. Stor. de’ parl. Tom. I, pag. 330 e seg.
(602) Il re lo elesse infatti e fu Vincenzo del Bosco conte di Vicari, che fu l’ultimo gran giustiziere del regno.
(603) Cap. 232 Reg. Car. II.
(604) Pragm. Tom. II, tit. I, pragm. un.
(605) Pragm. Tom. II, tit. 55, pr. un.
(606) Cap. 35 Reg. Phil. I.
(607) Cap. 36.
(608) Cap. II Reg. Ferd. I.
(609) Pragm. Tom. I, tit. 56, pragm. 1, e 2.
(610) Quest’accademia, ch’era al tempo stesso una congregazione dedicata a s. Sebastiano, riunivasi nel palazzo d’Ajutamicristo: ma poi nel 1620 ebbe assegnata la casa, ov’è oggi la posta, dirimpetto il palazzo senatorio, per accorrer sempre in difesa del senato.
(611) Cap. 83, 98, 99, 183, 194, 238 Reg. Car. II, e Cap. 27, e 68 Reg. Phil. I.
(612) Veggasi intorno a ciò l’erudita e giudiziosa memoria dì Antonio Di Giovanni Mira, sugli scrittori latini nel XIV secolo in Sicilia.
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