Verrà un tempo, e non è forse lontano, che moltiplicati i disordini e scosso il mondo da una più lunga sperienza di tanti guai, conoscerà finalmente che si sono questi accresciuti a misura che si è scostato dagli utili insegnamenti e pratiche de' suoi primi istitutori e maestri, e volendo somministrare qualche riparo ai suoi mali, non troverà altro miglior mezzo che quello di richiamare l'antico abbandonato sistema: e sarà bene allora che si vegga raccolto in queste lettere ciò, che i nostri Maggiori hanno praticato e prescritto in difesa della cattolica Religione. Parmi che colla stessa fiducia S. Agostino(18) scrivendo a Vincenzo Rogatista abbia preso a mostrare, ch'era giusta la coazione e punizione degli Eretici: ed io a chiunque avrà in mano la presente apologia ripeto con lui; Habes Epistolam prolixiorem fortasse quam velis(19). Esset autem multo brevior, si te tantum in respondendo cogitarem. Nunc vero, etiam si tibi non prosit, non puto nihil eis profuturum(20), qui eam legere cum Dei timore et sine personarum acceptione voluerint(21).
Le prime 23. lettere di questa apologia prendono di mira que' Tollerantisti indiscreti, che senza [XV] ragionevol motivo vogliono spogliata d'ogni difesa la cattolica Religione, e non mai soggetta ai castighi la più enorme empietà. Le altre 18. combattono alcuni altri, che, incapaci di opporsi con forza e di agire direttamente contra i diritti incontrastabili, che ha la Chiesa, di punire gli Eretici, si volgono furibondi contra quel metodo, che usa da tanti secoli, nel tribunale del S. Officio per castigarli, e, come i cani arrabbiati quel sasso che li percuote, così mordono costoro quel tribunale, che con gran senno ha innalzato la S. Sede per frenare la loro irreligione e baldanza, senza riflettere da qual'altro principio derivi la sua attività e vigore.
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