Dispiacerà forse a qualcuno l'uso frequente che si fa in queste lettere di libri e proibiti e contrarj, dalla lettura de' quali vorrebbe pure l'autore distorre il suo amico; nè mancherà chi desideri in esse uno stile più elegante e bizzarro. Ma gli uni e gli altri cambieranno sentimento tosto, che quelli si faranno a riflettere con S. Ireneo(22), che vera est sine contradictione probatio, quae etiam ab adversariis ipsis signa testificationis profert; e questi considereranno, che non disdice assolutamente uno stile facile e piano ad un famigliare amichevole carteggio, e che giova anche talvolta, come riflette Minuzio Felice(23), alla più spedita e sicura cognizione e scorgimento del vero; Et quo imperitior sermo, hoc illustrior est; quoniam non fucatur pompa facundiae et gratiae, sed, ut et justi regula, sustinetur: [XVI] e l'autore, che non ha avuto altro in mente che la difesa delle cattoliche verità, potrà rispondere a quanti pedanti vorranno prendersi l'incomodo di criticarlo in questo ciò che disse S. Agostino a Cresconio grammatico(24), che minus nos laborare debemus de regulis derivandorum nominum, quando, sive hoc sive illud dicamus, intelligitur sine ambiguitate quod dicimus, quorum non in expolitione sermonis, sed in demonstratione veritatis est major intentio. Chiara in vero risplende la verità in queste lettere, qualunque sia lo stile che la presenta: e spero che tu, cortese Lettore, sii per ricavarne quel frutto, che ne ha riportato l'amico corrispondente, se le leggerai e senza prevenzione e acceso di quel buon desiderio d'essere illuminato, che in un'affare interessante non meno la Religione che lo Stato deve animare ogni buon cittadino e fervoroso Cristiano.
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