Alibi scribunt indocti doctique poemata, ubicumque libera sunt praela. Nè occorre di trattenersi molto nel disapprovare una tal libertà, detestata in fine da' varj Protestanti, e da alcuni de' Giacobini medesimi. O altro non pretendono che di criticare la scelta de' revisori; e restano smentiti e dalla qualità delle persone di probità e dottrina, che vengono destinate ad un tale impiego, e dalle saviissime regole che sono loro prescritte, perchè non riescano ad alcuno d'ingiusto aggravio e molestia, e dal ricorso per ultimo, che ha sempre aperto ogni autore al [24] supremo incriticabile tribunale di Roma. Se l'essere stata accordata in qualche luogo la libertà delle stampe ha empito il mondo di produzioni infami e libri nefandi, che passati il mare e i monti, al dir del Valsecchi(78), hanno recato una luttuosissima peste alla nostra Italia; che non sarebbe avvenuto di più luttuoso e fatale, se la medesima libertà e licenza avesse potuto diffondersi per ogni dove? Per liberar poi da ogni rimprovero gl'Inquisitori, i quali o cassarono ne' tempi andati le cattive massime che trovarono ne' libri stampati, o correggono adesso i libri cattivi che si vogliono ristampare, può servire ciò che scrisse S Girolamo(79) ai fratelli Pammacchio, ed Oceano; cum haec rejiceritis, et quasi censoria virga separaveritis a fide Ecclesiae, tuto legam caetera, nec venena jam timebo, cum antidotum praebibero. Fecero lo stesso nel quarto secolo S. Eusebio di Vercelli e S. Girolamo(80), e Cassiodoro(81) nel sesto; nè deve rincrescere ai nostri antiquarj, che siano stati imitati talvolta esempj sì grandi e con non piccol vantaggio della Religione e pietà. Credo d'aver per tal modo dileguato ogni vostro dubbio sulla proibizione, e correzione de' libri: e pronto a far lo stesso in ogni altra occorrenza di cuore mi dico
| |
Protestanti Giacobini Roma Valsecchi Italia Inquisitori S Girolamo Pammacchio Oceano Ecclesiae S. Eusebio Vercelli S. Girolamo Cassiodoro Religione
|