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      Anche gli antichi filosofi hanno conosciuto la necessità ch'avevamo di un'ajuto superiore per investigar con profitto le più utili verità, e per essere sicuri che i timidi nostri pensieri punto non si allontanassero dal vero; ond'ebbe a dire Platone nell'Epinomide; Neminem pietatem docere posse, nisi Deus quasi dux & magister praeiverit; e riporta nell'Alcibiade 2. il detto di Socrate, che vuole nihil tutius atque inconsultius esse quam quiescere & expectare, donec aliquis didicerit quo animo & erga Deos & erga proximos esse oporteat. E tra i moderni filosofi Montesquieu(96) confessa essere la luce della rivelazione il maggior dono che l'uomo abbia ricevuto dal Cielo.
      I molti errori che s'incontrano in tutti i sistemi di que' filosofi, ch'hanno vissuto fra le tenebre del gentilesimo, confermano a meraviglia questa medesima verità: e n'avrebbono ammesso dei più grossolani ancora e più perniciosi, se quella divina rivelazione, che fatta ai primi nostri progenitori, e rinnovata poi nel lungo volger d'anni per bocca di santi legislatori e profeti, benchè nascosta per qualche tempo tra gli angusti confini di una sola nazione, non fosse trapelata qualche poco al di fuori, e non si fosse mostrata in qualche maniera ai più lontani e stranieri per impedire quegli sbagli maggiori, nei quali sarebbono di leggieri trascorse le menti degli uomini abbandonati a se stessi. Eusebio tra gli antichi nella Preparazione e Dimostrazione [29] Evangelica e Vincenzo Lirinense nel Commonitorio, e tra moderni Uezio nella Concordia della Ragione colla Fede e l'Ansaldi nel libro de Traditione principiorum legis naturae hanno dimostrato assai bene quant'abbiano tutti i filosofi, e sapienti del mondo profittato in ogni tempo di questa luce divina, e quanta parte abbia avuto in ciò che trovasi di ragionevole e giusto nei loro sistemi di mitologia e morale.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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