Non è così dell'Eretico, che ha già gustato le dolcezze de' sovrannaturali favori, ed ha scoperto quel lume superiore della divina rivelazione, che al dire di S. Paolo Apostolo(97) utilis est ad docendum, ad arguendum, ad corripiendum, ad erudiendum in justitia, ut perfectus sit homo Dei ad omne [30] opus bonun instructus. Egli si oppone non alla sola ragione, ma anche a questa luce divina, che scopre a lui i più reconditi arcani della Sapienza eterna; vi si oppone a ragion veduta dopo d'averne sperimentati i benefici influssi; vi si oppone con espressa malizia chiudendo gli occhj per non vederla; vi si oppone finalmente con incredibile malignità procurando d'avvilirla nella mente di quelli che di buon grado l'accolgono. Quanti mancamenti in un solo! e quante ragioni per crederli peggiori di tutti! Imperciocchè se commette un delitto chi disprezzando la luce della ragione e degli occhj studiosamente s'ubbriaca e s'accieca, come sarà innocente chi odia questa divina luce, la quale è tanto più pregevole di quella degli occhj e della ragione quant'è più pregevole la Sapienza increata degli incerti e timidi nostri vaneggiamenti e pensieri? Come non crescerà in infinito il suo reato ai dì nostri, ne' quali sì chiara risplende per ogni dove questa divina luce, e sono sì evidenti, moltiplicati e sicuri i motivi d'incontrastabile credibilità, che l'accompagnano?
Ma niun'Eretico, direte voi, disprezza con avvertenza la divina rivelazione, e si scosta a ragion veduta da' suoi divini ammaestramenti: chè pazzo e non Eretico dovrebbe chiamarsi chi non volesse ascoltare un Dio che parla, e lo riputasse capace di spargere errori e menzogne.
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