Da queste premesse hanno sempre dedotto i nostri Maggiori la sorprendente reità dell'Eretico, la quale, come in ogni altro misfatto, così in questo non può non essere proporzionata agli oggetti che va a ferire. Non mancano molte altre sorgenti di reità capaci di renderla sempre più grave e detestabile: siccome però niuna ve n'ha che superi l'energia e la forza dell'oltraggio fatto alla divina maestà, e in lei va a finire per ultimo ogni altr'ingiuria e strapazzo; così non mi credo in dovere di diffondermi di più su questo argomento, ben persuaso che il solo detto sin qui possa bastare a rendervi convinto che l'eresia è un delitto gravissimo, e che somma esser deve in tutti la premura di tenersi ben lontani da un mostro sì orribile. Continuatemi il piacere, de' vostri comandi, ch'io sono
LETTERA QUARTA.
L'Eretico riesce assai pernicioso alla religiosasocietà de' Fedeli.
Sempre più chiaro si mostra, amico carissimo, il grave pregiudizio che vi ha recato la lettura de' libri cattivi. Prima di questa a farvi confessare che l'Eresia è un gran delitto sarebbe bastata la sola serie di quelle leggi civili, che vi ho accennata nell'altra mia, le quali l'hanno per tale riconosciuta. Ora più non basta; e niente commosso neppur da quelle molte e gravissime reità, che alla suddetta serie ho aggiunte nella stessa lettera, prima di confessarla tale desiderate sapere se reca o no alcun danno alla società. Avete letto su varj libri che questo solo diffonde a larga mano la ragione di reità nelle azioni umane; e pare a voi di non potervi scostare da questi principj senza far torto a gravissimi autori che li hanno adottati, e tutti non sono protestanti ed increduli.
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