Io non so se tutte le ragioni e prove addotte fin qui per dimostrare e i danni gravissimi, che l'Eretico apporta alla religiosa società de' Fedeli, ed il reato che deve risultare in lui per questo capo, siano a portata dei vostri lumi: quand'anche però nol fossero, non voglio perder tempo o nell'aumentarle, o nello schiarirle maggiormente; sì perchè è difficile di ritrovarne delle più convincenti di queste, e mi lusingherei in vano di poterle [47] esporre con maggior precisione e chiarezza, come ancora perchè cosa sarebbe inutile affatto e superflua. Ostinatevi pure, se così vi piace, a credere, che i soli danni della civil società sono la sorgente e misura d'ogni reato; ch'io, mal volentieri bensì, ma pure con gran coraggio vi seguirò fra questi dirupi, senza temere che la troppa mia liberalità nell'accordarvi un solenne sproposito mi possa privare del contento che mi riprometto dalla sicura persuasione in cui sono di poter dimostrare a tutta evidenza che l'Eretico commette un grave delitto. Anche di questi danni egli è colpevole: e in vista delle funeste tragedie e ruine innegabili, ch'egli arreca alle civili società, non potrete a meno di non deporre i vostri dubbj, ed il reato di eresia comparirà ai vostri sguardi coperto di tanto maggiore deformità, quanto più numerose ed abbondanti sono quelle sorgenti, che la diffondono, e le prove tanto più efficaci, quanto più adattate all'intelligenza di tutti, ed alle massime e principj de' medesimi nostri contraddittori. Non mi contento del cenno che ho già dato di questo disordine; voglio schiarirlo di più a vostro total disinganno e lume maggiore: e perchè non posso farlo in questa colla dovuta esattezza, lo farò in un'altra lettera, che spero di potervi spedire nel venturo ordinario; e senza frapporre inutili scuse e complimenti mi dico intanto
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