LETTERA QUINTA.
L'Eretico disturba assaissimo anche la civile società.
Non è certamente la civile società di tutte quelle perfezioni e rare prerogative adorna, che vanta la religiosa società de' Fedeli: che manca in lei e l'ordine sovrannaturale, al quale è stata sollevata la Chiesa dalla provvidenza divina, e il fine altissimo, al quale è stata diretta, e quell'illimitata ampiezza, che tutta abbraccia l'estensione della terra. Non è però così sfornita d'ogni nobile prerogativa e carattere, che chi l'offende andar possa immune da ogni colpa e reato. Se non è Iddio l'unico suo architetto ed autore, non nasce però dagl'uomini senza divina approvazione e volere. Se non gareggiano i suoi confini coi confini del mondo, sono però sì estesi, che non ha bisogno che di se stessa per procurare la temporale sicurezza e salute; e se non all'eterna, ha però volti i suoi sguardi alla temporale felicità di tutti i suoi membri. Pregj sono questi sì rispettabili e sublimi, che non possono essere disprezzati che da un selvaggio e misantropo, nè offesi senza delitto. Non li disprezzano per verità i nemici dell'intolleranza e del S. Officio, i quali li esaltano anzi per modo, che quelli soli dichiarano colpevoli di vero reato, che ardiscono di danneggiarli. Or bene, secondiamoli anche in questo stranissimo divisamento, ed approfittiamo a vantaggio della buona causa de' loro stessi principj; e dopo d'aver dimostrato che l'Eretico offende assaissimo la Chiesa, passiamo a scoprire di quanti beni spoglia la civile società, in cui vive, e quanti danni le reca.
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