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      E Pelagio Papa(201) animando la timidità di Narsete a castigare gli Scismatici non tocca altro che questo motivo: ecce domine quod animus vester forte timidus, ne persequi videaris, de Patrum vobis auctoritate haec breviter dirigenda curavi, cum mille alia exempla & constitutiones sint, quibus evidenter agnoscitur, ut facientes scissuras in S. Ecclesia non solum exiliis, sed etiam proscriptione rerum & dura custodia per publicas potestates debeant coerceri...Hoc enim divinae & humanae leges statuerunt, ut ab Ecclesiae unitate divisi & ejus pacem iniquissime perturbantes saecularibus etiam Potestatibus comprimantur. Nec quidquam majus est, unde Deo sacrificium possitis offerre, quam si id ordinetis, ut hi, qui in suam & aliorum perniciem debacchantur, competenti debeant rigore compisci.
      Quello però che sopra d'ogni altra cosa deve animare il comune zelo alle più severe vendette contro gli Eretici e miscredenti, è l'oltraggiata Divinità, la quale siccome è la più copiosa sorgente della gravità del delitto, di cui parliamo, così è la più forte ragione che approva le nostre coazioni e vendette. Per questo motivo il peccato divien sì grande, che il Card. Albici(202) ha preteso che abbracci anche il delitto di lesa umana maestà, la quale della divina è una participazione ed immagine, e lo crede anche per questo meritevole della comune esecrazione. Ma io penso, che la divina grandezza non abbia bisogno di mendicare dalle create cose le ragioni ond'essere rispettata e venerata da tutti come conviene.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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