Questi ancora l'hanno ascoltata talvolta, e ne hanno date le più solenni testimonianze in più luoghi di que' libri medesimi, che scrivevano a favore della tolleranza e dell'erronea loro libertà di coscienza. Lascio i sentimenti di Calvino, che incostante ne' detti suoi si protestò più volte alieno da quelle pratiche, che aveva procurato di stabilire coi fatti più sanguinosi e con la sua penna e con quella di alcuni suoi aderenti; e lascio ancora quelli di Pufendorfio, che non delle pene, ma trattando delle sorgenti donde i delitti traggono la loro deformità, dice espressamente, che inter illa objecta uti nobilitate immensum excedit Deus Optimus Maximus, ita merito prae caeteris maxime detestanda habetur actio, quae directe in ipsius contumeliam tendit(220). Porterò solo le sentenze di alcuni di quegli scrittori dell'una e dell'altra comunione, che hanno parlato delle pene con precisione, e le hanno riconosciute giustissime anche a solo compenso della gravissima ingiuria che si reca all'Altissimo. Il Carpzovio da questo capo più che d'altronde rileva l'enormità d'un tale delitto; e dopo d'averlo chiamato per questo motivo nefandum, gravissimum, & atrocissimum crimen, nec non detestabilem & execrandam perfidiam in Auctorem Deum, communemque hominum Parentem, ac Dominum, conchiude in fine, che dev'essere più d'ogni altro punito: Quanto magis ergo Haeretici in gremio Ecclesiae constituti a vera Fide aberrando delinquunt, quantoque magis scandalum praebent errori circa Fidei articulos pertinaciter inhaerendo, eosque malitiose oppugnando, tanto gravius in ipsos animadvertere debet Magistratus.
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