Procurano di conseguire il primo intento con immaginare in Dio e nelle ragionevoli creature, cose insussistenti e ridicole: procurano l'altro col fingere in noi una libertà di pensare e parlare ripugnante ugualmente. Di questa parlerò a parte in un'altra lettera, che spero di potervi spedire nel venturo ordinario: vi dirò nella presente qualche cosa sull'indifferenza che suppongono in Dio relativamente a qualunque sorta di culto, e sull'ignoranza che suppongono in noi invincibile per trovare anche in noi qualche difetto che nelle nostre infedeltà ci favorisca e discolpi.
Non è il primo sistema una nuova scoperta del secolo illuminato, ma un antica invenzione, colla quale sin dal nascere della Chiesa presente procurarono gli Eretici di scansare il meritato castigo. Apelle famoso eresiarca l'inventò nel secondo [80] secolo dell'era volgare; ma non ebbe allora il felice incontro che ottenne dappoi. Ebbe qualche vantaggio e progresso tra i Manichei; ma poi da tutti abbominato cessò di sussistere ben presto, ed appena restò la memoria dell'Indifferentismo in poche storie, che tramandarono ai posteri la notizia della storta e ripugnante maniera di pensare de' suoi autori, che quanto più crebbe la luce del santo vangelo, tanto meno fu trovata degna non che d'approvazione, ma di confutazione e risposta. Comparve così assurda ed inverisimile agli occhi di S. Agostino, che dopo d'aver riportato sulla fede di Filastro ch'era stata insegnata da certo Retorio(234), quod ita, soggiunge egli, est absurdum, quod mihi incredibile videatur(235). Non è meraviglia dunque, che un'opinione sì strana cadesse in tale dimenticanza, che dopo i primi suoi inventori e propagatori si trovi appena per molti secoli chi ne abbia fatta menzione.
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