Bast'avere le prime idee dell'onestà e del vero, e non ignorare affatto ciò che porta seco il concetto di una perfezione infinita per comprendere la mostruosità dell'indicato sistema considerato in se stesso, il quale comparve così deforme agli occhi stessi de' Protestanti, che molti di loro non ebbero difficoltà di contare tra gli Atei Cristiano Tommasio, che negava essere peccato l'eresia formale. Egli diviene poi così deforme se venga adottato da coloro che sanno e confessano che Dio ha parlato all'uomo ed ha prescritto al medesimo la maniera colla quale vuol'essere onorato, de' quali noi intendiamo di parlare specialmente, che dar non si possono mostri più orribili di questi, non istravaganza di opinare più ripugnante in se stessa ed alla Divinità più ingiuriosa. Imperciocchè qual può esservi mai empio di quello maggiore, che ammette la divina rivelazione, e non si conosce [83] in dovere di seguitarla? e chi può essere nelle espressioni più incoerente e più ingiurioso all'Altissimo di chi ha l'ardire di spacciare come inutili i più segnalati favori di un provvisore sapientissimo, e lui stesso per menzognero e fallace, come quello che si è protestato in mille incontri d'odiare con infinita avversione quell'azioni, che non lascia poi di lodare e di gradire assaissimo? Accetta è vero un principe con sovrana clemenza le varie maniere che vogliono usare le diverse nazioni per onorarlo; ma non quelle che abbia egli stesso vietate; non quelle che invece di onorarlo, l'oltraggiano: e quest'esempio quant'è valevole a difender dagli sciocchi motteggi de' suoi calunniatori il saggio consiglio della Chiesa Romana, che con cerimonie e riti accidentalmente dissimili offre nelle diverse lingue e nazioni un giusto e doveroso culto all'Altissimo, tant'è lontano dal confermar quell'ampiezza e contrarietà di culto, che approvano gl'Indifferentisti: i quali non parlano di soli riti e cerimonie diverse ma tutte savie e divote, che a detta del Muratori(241) tanto sono lontane dall'oscurar la gloria della cattolica Religione, che anzi contribuiscono assai bene a far risaltare la sua estensione e bellezza: Tantum abest, ut deformitatem in Religione pariat, ut potius ejus pulchritudinem spectabiliorem efficiat; ma parlano di dommi e massime essenziali, che sfigurano con tanti, e sì manifesti errori da non poter essere che detestati da una sapienza e bontà infinità. Parlano di Dio, e stabiliscono che non ha provvidenza; parlano di Grazia, e conchiudono che non è necessaria; parlano di sacramenti, e dicono che sono inutili; parlano della Chiesa, e la riducono alla condizione di un meschino colleggio d'ogni giurisdizione sfornito e d'ogni legittima esteriore podestà; parlano in fine del promiscuo commercio dei sessi, delle simonie, delle usure, ed in vece di rigettarle come turpissime cose e cattive, le lodano ed approvano, e vanno per tal modo di mano in mano rovesciando ogni pietra e sostegno del celeste edifizio.
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