E non sono anzi quelli, che troppo curiosi d'investigare le cose superiori all'umano intendimento ricusano di prestar fede alla Chiesa che parla, e vogliono col solo loro scarsissimo intendimento essere interpreti ed arbitri della rivelazione non meno che dei divini misteri? Una così temeraria ignoranza sarà senza colpa? E mentre basta qualunque dubbio o sentore del proprio sbaglio perchè l'errore non resti invincibile, potendo di leggieri o con moltiplicate ricerche o coll'altrui assistenza deporlo chi non lo ama, resterà poi invincibile in costoro, ai quali l'errare in cose sì gravi e così rilevanti non costa meno di uno sforzo continuo, col quale resistono alle divine ispirazioni e grazie interiori che procurano di conservarli fedeli, alla voce autorevole della Chiesa, la quale e parla e grida senza cessare giammai contro chi l'abbandona, ed ai rimorsi stessi della loro coscienza, che non lasciano d'ammonirli e rimproverarli in mille guise? Quale sarà mai, se non è questa, ignoranza crassa, affettata e colpevole? quella ignoranza cioè di cui Innocenzo XI. ha definita la colpa, condannando [86] col suo decreto dei 2. marzo 1679. la proposizione: ab infidelitate excusabitur Infidelis non credens ductus opinione minus probabili: proposizione giudicata anche dalla Chiesa di Francia falsa, assurda, perniciosa, erronea e indegno parto della troppa libertà del capriccioso opinare. Che se non è senza colpa un tal'incredulo, come potrà andarne immune l'Eretico, che mosso non da apparenti congetture e probabili fondamenti contraddice alle verità che non giunge, è vero, a scoprire con chiarezza, ma che ha approvate una volta ed ha scoperte credibili ad evidenza?
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