Avrà nell'altra vita il meritato castigo da quel giudice integerrimo, di cui ha sprezzato le istruzioni e comandi: aver deve in questa tutte quelle pene che prescrivono le leggi: e supposta la malvagità dell'eresia già dimostrata, non trovo in questa parte e rapporto a questo genere di libertà alcun divario tra i delitti d'infedeltà, e i delitti comuni, nè può il Bartolotti, parlando con coerenza, assolvere per questo capo l'Eretico da ogni pena senz'osare una tale indulgenza con tutti i ladri e ribelli. Se poi parla della morale libertà, oh qui è dove la sua tolleranza vacilla assai di più. Imperciocchè o egli esclude dal Fedele che abbandona la Fede ogni obbligazione, anche quella che s'incontra colla divina giustizia; e precipita in quell'orribile indifferentismo teologico, che egli stesso non ha avuto il coraggio di sostenere a visiera calata: o quella sola obbligazione intende di escludere, che nasce dalle umane leggi e porta seco l'ecclesiastica e civile libertà; ed è troppo chiaro nel suo discorso il vizio che i logici chiamano petizion di principio. Il cercare se l'Infedeltà sia libera per tal modo è lo stesso che chiedere se sia o no soggetta all'umane leggi e castighi: e dopo tante prove e ragioni, che si sogliono [91] addurre per dimostrare che vi deve restar di fatti soggetta, pare che chi pretende il contrario debba servirsi d'ogni altro principio per provarlo che della libertà della Fede, che altro non è che un'inutile ripetizione di ciò ch'è in questione. L'accordare al Fedele l'arbitrio di rigettare la Fede così ragionevole e salutare non è libertà, ma libertinaggio, che tanto si oppone alla vera libertà ragionata come l'operare ragionevole e giusto al licenzioso e brutale.
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