In queste poche parole non solo tutti ha raccolti il santo Dottore i motivi, che possono rendere talvolta ragionevole la tolleranza tra noi, ma ha scoperto altresì quanto esser debba la severità dell'ecclesiastica disciplina, ove cessi ogni rischio e pericolo; ed il pretendere, che a qualunque possibile e non verisimile aggravio dell'innocente debba restarsene neghittosa e sospesa è lo stesso che contraddire all'indicata parabola, opporsi alle spiegazioni di tutti i più accreditati dottori, e render presso che tutti i delitti impunibili. Voi non siete disposto ad inghiottire paradossi sì strani; ed io pago d'avervi, come spero, disingannato anche su questo punto ripiglierò l'antico mio stile, facendo sempre uso del nome di Eretico, del quale si servono anche i nostri contradditori, e con pronte e sode risposte, che spero di poter dare alle metodiche e giudiziose vostre interrogazioni, mi compiacerò sempre d'essere in caso di rinnovare quegli attestati di sincera stima ed affetto, per cui sono, e mi dico
LETTERA DECIMA.
Si danno alcuni casi, nei quali gli Eretici possono esseretollerati ragionevolmente.
Tal colpo hanno fatto in voi gli argomenti che persuadono la punizione degli Eretici, e vi sono sembrate così insussistenti tutte le ragioni che si adducono a loro discolpa e difesa, che pare quasi che abbiate preso a sdegno quelle riserve che v'accennai in fine dell'ultima mia, e pare che vi dispiaccia, che non tutti gli Eretici nè sempre debbano essere trattati egualmente. Ma calmate di grazia le collere, e richiamate fra giusti confini il vostro zelo; che non è sempre la vendetta lodevole, neppur quando va a combattere il solo delitto, e non per altro motivo perseguita il delinquente, che per odio della sua colpa e per desiderio di riuscire a lui stesso o alla società vantaggiosa.
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