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      So che sembra troppo ai moderni libertini e filosofi anche la minaccia degli eterni castighi: ma l'escluderla, non è solo un risparmiare loro ogni sorta di molestia e soccorso, ma un trascurare affatto la loro eterna salute, è un togliere alla Chiesa il dritto, che ha avuto da Gesù Cristo e di predicare ovunque le cattoliche verità, ai principi il grand'onore di ajutarla e proteggerla, ed è in fine un'esporsi a tutte quelle gravissime calamità, cui restò soggetto l'incauto Gioas Re di Giuda, che dopo le più gloriose intraprese si lasciò piegare vilmente dalle istanze de' Grandi ad accordar loro in affari di Religione una troppa estesa ed indiscreta condiscendenza.
      Esclusi per tal modo gli accennati rigori e dagli Eretici infedeli non battezzati e da quelli, che nati in paesi accattolici, tuttocchè battezzati, hanno succhiato gli errori col latte e sono cresciuti in gran numero, resta a vedersi se si debba usare un eguale connivenza con quelli, che educati cattolicamente e si pentono poi delle promesse fatte nel santo Battesimo e non contenti d'aver'abbandonate col cuore le cattoliche verità manifestano anche all'esterno i loro errori. Ma che resta a vedersi, se tutto quello che ho detto e in questa e nelle passate mie lettere collima a dimostrarli meritevoli d'ogni detestazione? Le leggi del governo, la Religion de' sovrani, l'intollerabile perfidia de' delinquenti, il maggiori pericolo, che a tutti sovrasta, cercano contro di loro dalla terra e dal cielo le più grandi vendette; e niuna milita a favor loro di quelle circostanze, che tolgono o mitigano il rigore cogli altri.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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