È chiaro che si può difendere la sola vera cattolica Religione coll'armi; e che la falsa non può pretendere che qualche tolleranza, allorchè il volerla [143] distruggere, come esigerebbe il dovere, non altro ci ripromette che maggiori sciagure e pericoli. Ma non sono da aspettarsi da costoro che verità dimezzate e mancanti: voi attenetevi alle poc'anzi addotte de SS. PP., che non dalle impure fonti delle passioni e partiti, come gli Eretici e miscredenti, ma hanno derivate le celesti loro istruzioni dalle limpidissime fonti della divina rivelazione: ed io non per altro motivo vi ho addotte le testimonianze degli eterodossi se non perchè restiate convinto che mentita est iniquitas sibi, e che è così lampante la verità che vi scrivo, che sa farsi approvare anche da quelli che l'odiano e l'impugnano ostilmente. Saremo così quanto più uniformi di sentimenti tanto più impegnati in quella sincera amicizia che mi fa essere
LETTERA DUODECIMA.
Niuno de' Padri e degli antichi dottori ecclesiasticisi è mai opposto a quella discreta coazione
temporale che difendiamo.
Non era credibile che trasportati come sono i nostri Tollerantisti indiscreti a favore degli Eretici volessero poi lasciare d'imitarli nel costume che hanno di confermare gli errori con ogni maniera di cavillazioni e sofismi. Lo fanno pur troppo, e con tanta insistenza e premura che in questo solo rassembrano superiori ai loro clienti: ed io non posso che approvare moltissimo il desiderio vostro, che non pago d'aver apprese da me le più efficaci prove che mostrano la convenienza della coazion temporale allorchè viene impiegata a punizione degli Eretici, mi stimolate adesso a farmi carico di quelle difficoltà che adducono per escluderla.
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