Senza di questo resterebbe troppo imperfetto il nostro carteggio: ed io tanto più volentieri secondo il vostro genio, quanto più credo d'aver già colle passate lettere abbreviato di molto il cammino. Imperciocchè avendo io esclusa la sognata indifferenza dell'ereticale perfidia, e quell'indole innocente e pacifica, che piace di accordarle ai moderni settarj, ed avendo dimostrato ad evidenza che a frenare i suoi trasporti non bastano i castighi spirituali, nè vagliono ad escludere il rigor temporale le disapprovazioni che fece Gesù Cristo dei rigori de' quali volevano far' uso gli Apostoli in mal punto, altro più non mi rimane che di spiegare alcune oscure ed inesatte espressioni d'alcuni Padri ed antichi scrittori, delle quali non meno che della filosofia e Scrittura abusano costoro per sostenere il loro sistema: chè questo è appunto, al dire del Lirinense(367), il far degli Eretici. S'appigliano perlopiù ai detti di qualche antico scrittore, che per la sua oscurità adombra in qualche modo i loro errori, per non comparire nè i primi nè i soli imbevuti [145] di simili sentimenti. Ma tutto indarno, come vedrete fra poco. Perchè però la soverchia abbondanza di cert'espressioni che trascrivono a nostro aggravio non rechi confusione e molestia, ridurrò a tre classi tutti que' Padri ed antichi scrittori che i nemici del tribunale del S. Officio chiamano favorevoli al loro partito. Comprende la prima varj apologisti della cattolica Religione, che rimproverando agli idolatri la crudeltà che usavano coi martiri cristiani ripetono sovente con S. Giustino, Tertulliano e Lattanzio, che la Religione è libera, e si deve insinuare colla persuasione e non colla forza.
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