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      E non propose già un tal partito quasi uno sforzo di singolar perfezione, ma lo insinuò come preciso dovere che nasce da precetto divino, soggiungendo che haec nobis dedit mandata Dominus: si custodita fuerint, tunc Christiani esse perseverabimus; contra cum gladio digneris ejus persequi servos, non te utique jam Christianum potueris nuncupare, sed plane latronem vel gladiatorem. E si meraviglia poco sopra, che Costanzo divenuto lupo rapace e satellite del Demonio si vada ideando che i Pastori del sagro ovile dovessero dire ai soldati: Nolite arma sumere contra Constantium Diaboli satellitem; nolite resistere templo omnium Demoniorum; magis autem facite quaecumque fieri praeceperit.
      Resta ch'io parli di S. Atanasio, di S. Ilario, di S. Gregorio Nazianzeno e di S. Martino che alla seconda classe appartengono, [150] e sogliono anch'essi annoverarsi tra i patrocinatori di quella tolleranza indiscreta, che esclude ogni pena almeno temporale dai violatori della cattolica Religione. Siccome però questi non si sono opposti per altro motivo alla condotta brutale degli Ariani e di altri fanatici persecutori, se non per quelli istessi che indussero i primi apologisti a scrivere contro i Gentili; così anche per questi quadrano assai bene le risposte già date: e deve credersi che dove esclama S. Atanasio che piae Religionis est non cogere sed suadere, e dove S. Ilario soggiunge che Dio obsequio non eget necessario: non requirit coactam confessionem; e quando fra le atroci persecuzioni degli Ariani esclama S. Gregorio, nova & inaudita praedicatio, quae verberibus exigit fidem; quando, dissi, e questi e varj altri Padri si esprimono in queste ed altre maniere consimili, è da credersi che le loro espressioni non vadino a combattere che l'irregolarità ed ingiustizia delle persecuzioni che sono dirette ad un fine perverso, e regolate da una peggiore condotta; non le nostre, che hanno in mira la difesa e conservazione della Fede di Gesù Cristo, e sono regolate dalle più giuste massime della cristiana moderazione e dolcezza.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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