Era così costante nel principiare del secolo decimosesto una tal massima, che non paga la venerabile Facoltà di Parigi d'averla adottata, si mostrò sdegnata contro l'errore contrario, e non permise che restasse inemendato nell'opere d'Erasmo a danno della Fede e de' buoni Credenti. Aveva egli chiamato in dubbio se dovessero o no i principi ammazzare gli Eretici, e si era ristretto [158] a decidere che non doveva eccitarli alle stragi la pietà della Chiesa; principes ad trucidandos Haereticos nec hortor hec dehortor, quid sacerdotalis sit officii demonstro. Neppure con questa restrizione volle soffrire l'accennata Facoltà gli scandalosi suoi detti, e nel 1527. li fulminò colla seguente censura; propositio quatenus praetendit nunquam sacerdotalis aut episcopalis esse officii principes inducere ad extirpationem Haereticorum, impie nec utititer profectui consulit Christianorum, vere fortitudinis robur in adversarios Fidei enervat(399). E ben si risente a ragione; chè non è questa un'opinione abbandonata all'arbitrio de' privati scrittori, ma un domma prescritto e dalla pia saggia legislazione, che, come v'ho detto più volte, non ha mai creduto mal'impiegato il suo sdegno sterminatore contro simili delinquenti, e stabilito dalla Chiesa istessa, che non la sola giustizia delle pene temporali in genere, ma quella approvò altresì della morte e colla voce e coi fatti ora radunata in Concilio ora assisa sul sovrano suo trono, e quando condannò l'errore contrario de' Valdesi, degli Ussiti, di Lutero e Quesnello, e quando approvò le vendette di sangue stabilite in ogni tempo dai pietosi sovrani, e quando in più incontri abbandonò i colpevoli al loro foro perchè fossero eseguite.
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