Non è questo un grandeggiar da sovrano, ma un servir da ministro. Non è un'aspirare alle comparse più luminose, come gl'imperfetti e non ancora abbastanza istruiti discepoli, ma un riputarsi anche nell'azioni sue proprie come minor degli altri. Non è in somma un dominare alla foggia de Gentili, ma un'eseguire in tutta la sua estensione l'incombenza che ha data Gesù Cristo ai Pastori, e massimamente al Romano Pontefice Capo e maestro di tutti, di pascere e governare il suo Gregge, la quale è più distante dal superbo dominar de' Gentili di quello sia il cielo dalla terra. Lo avvertì Origene istesso nel luogo citato, il quale dopo d'avere inalzata alle stelle e raccomandata assaissimo ai principi ecclesiastici la cristiana moderazione, perchè niuno argomentar potesse dalle sue parole ch'egli disapprovava qualunque superiorità e rigore, soggiunge immediatamente, haec autem eo non dicimus, quod nos ipsi inconsulto umiliemus sub potenti manu Dei, et juxta ipsius sermonem sub ecclesiastico ministerio, quandoque vero juxta Apostoli effatum:
peccantes coram omnibus arguendi sunt, ut et caeteri timorem habeant: nonnunquam etiam potestate sua uti licet aliquos tradendo Satanae in interitum carnis ut spiritus salvus sit in die Domini. Così egli combina a meraviglia coll'umiltà e modestia de' principi della Chiesa l'esterior pompa e rigore del loro ecclesiastico ministero.
Non è veramente la Chiesa tanto lontana dal rappresentare le sembianze di un regno di questo mondo quanto è aliena dall'imitare la dominazion de' Gentili; chè, come abbiam veduto con S. Tommaso, v'è tra loro qualche somiglianza e rapporto; ma non diviene per ciò regno di questo mondo.
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