Pater vester scit, ecco come esprime la necessità che aveva il suo regno di unire alle celesti e divine le cose di questo mondo, quia his omnibus indigetis, verumtamen quaerite primum regnum Dei et justitiam ejus, et haec omnia adjicientur vobis. Non parla ivi del solo vitto e vestito, ma anche di quella forza di cui trattiamo; e se quelli furono adombrati sotto l'immagine del palio, che nella felice dilatazione del suo regno doveva essere aggiunto alla tonaca, fu questa delineata in quella spada, di cui volle provveduto il Capo della Chiesa anche a costo di perdere la tonaca: vendat tunicam et emat gladium. Il pretendere poi che basti questo a [207] farla cambiar d'aspetto è un dimenticarsi che non sono i beni temporali nel regno di Gesù Cristo come ne' regni mondani beni principali ma accessorj, che non dai principi ma da Dio solo ha il diritto di possederli, e che egli coi suoi favori non mai distrugge e deteriora le opere mirabili delle sue mani. Nasce da questo quella tal quale conformità colle cose mondane, che vi ho accennata con S. Tommaso, e niente di più: ed il fine altissimo, al quale tende direttamente, ed i sublimi mezzi, che usa principalmente, soli bastano non che a distinguerlo ma a convertire in cosa spirituale e celeste quanto v'ha in lui di temporale e corporeo, ed anche quando usiamo di questi in carne ambulamus, sed non secundum carnem, come dice S. Paolo: le quali parole commentando l'Angelico(494) soggiunge, che i regni del mondo quando fanno uso della forza in difesa della temporal felicità pugnant in carne secundum carnem, ma usandone la Chiesa pugnat in carne ma non secundum carnem, e gli stessi beni temporali in ordine al fine divengono nelle sue mani spirituali e celesti.
| |
Capo Chiesa Gesù Cristo Dio S. Tommaso S. Paolo Angelico Chiesa
|