È questa la mente dei Regalisti, che persuasi che altro a lui non convenga che il benedire e predicare, quando pure gli sia accordato dai principi, lo spogliano d'ogni forza e diritto, e delle prerogative lo privano non che di celeste e divino ma di regno pur'anche e di vera società religiosa? Ah si vergognino una volta di affettare zelo per la perfezione di un regno che tutto veder vorrebbono ruinato e disperso! e voi persuaso che non muta stato e condizione perchè fa uso talvolta di cose temporali e corporee senza mai perdere di vista le spirituali e celesti, prendete quindi motivo di ammirare sempre più questo parto sublime dell'increata Sapienza, e di riconoscere in me che ho procurato di rappresentarvelo nel suo vero aspetto quel buon servitore ed amico che
mi pregio di essere; e pronto a darvene una consimile riprova nel venturo ordinario, in cui vi spiegherò come bene si conciliano colla mansuetudine che conviene alla Chiesa i suoi risentimenti e le sue collere, e come si danno nel regno di Gesù Cristo con bell'intreccio la mano amichevole la giustizia e la pace, mi dico intanto
LETTERA DECIMOTTAVA
Il castigare gli Eretici non pregiudica alla mansuetudine,
che conviene alla Chiesa.
Quant'è inetta la discreta temporal coazione a trasformare la Chiesa in altro stato, tant'è impotente a distruggere in lei quella moderazione e dolcezza che è tutta sua propria: e come la prima metamorfosi non si può ideare senza estinguere il giusto concetto che aver si deve dell'una e dell'altra podestà; così non si può stabilire la ruina della seconda senza sconvolgere la giusta idea, che ha data Gesù Cristo delle virtù medesime.
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