Nolite metuere metu vanissimo, quo Haerodes ille major, cum Christuis natus nunciaretur, expavit, & tot infantes, ut ad eum mors perveniret, occidit: timendo magis quam irascendo crudelior. Regnum meum non est de hoc mundo(534).
Ma sarà dunque, voi dite, ne' casi di coazioni più miti la podestà de' sovrani spettatrice indolente dell'altrui esteriori disposizioni? e potrà vedere senza ribrezzo sorgere nel suo seno un'autorità da lei indipendente, che per umani interessi potrà talvolta esserle di pregiudizio gravissimo? In tant'altre azioni si esercita la Chiesa, delle quali convien pure che il principato si mostri spettatore inoperoso, o piuttosto ammiratore e veneratore divoto delle sue disposizioni, senza punto ingerirsi nelle medesime, se pure contro i divini divieti non vuole egli con aperta empietà stender la mano all'incensiere e farsi Capo e padrone della Religione non meno che dello Stato, ch'io non vedo alcun'inconveniente se fosse costretto a far lo stesso anche nella coazion degli Eretici. Non gli uomini ma Dio ha data alla Chiesa, come si è dimostrato, una tale incombenza; e nulla vi discapita l'uomo a farsi spettatore ossequioso delle disposizioni del Cielo. Nè mi dica Fr. Paolo ch'è nuova affatto questa forma di governo, e che nella stessa repubblica non sono mai state immaginate da alcuno degli antichi filosofi e legislatori due supreme potestà. Nol dica di grazia, che riuscirebbe a me troppo facile lo smentirlo co' passi de' primi sapienti della Grecia e del Lazio, i quali hanno fatto sempre gran conto negli Stati [228] della religiosa non meno che della civile podestà(535): e quand'anche riuscisse a lui di mostrare, che non è mai giunta a tanto l'umana politica d'immaginare in uno stesso civile governo un'altro impero religioso da lui indipendente e distinto, che il forte suo braccio stendesse anche a coazion temporale, non resta atterrito per questo il dotto Card.
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