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      Pallavicini, che dalle moltissime cose che ignorarono gli antichi sapienti sprovveduti di quegli ajuti superiori che hanno rischiarate le tenebre de' tempi posteriori, e da quel molto di più che era da aspettarsi da quella luce divina che è discesa dal Cielo a riparare i danni della misera umanità, che non potevano essere ristorati abbastanza dal basso immaginar de' mortali troppo limitato e difettoso, argomenta assai bene che non disdice questa doppia podestà che regna in un cattolico impero, ma che è anzi da pregiarsi moltissimo e per la Sapienza infinita, che l'inventò e la introdusse fra noi, e pei sommi vantaggi che ne risultano, e ch'egli descrive minutamente nel luogo medesimo(536). Non le timide provvidenze dell'uomo, ma i dettami infallibili dell'increata Sapienza hanno prescritti i principi del loro regolamento alle cattoliche società; più che da quello, dei mondani governi hanno preso i Fedeli il modello del loro da quel divino esemplare che le raccoglie e sostiene; & sicut in uno mediatore Dei & hominum haec duo, regnum scilicet & sacerdotium, divino sunt conflata mysterio, ita sublimes istae duae personae tanta invicem unanimitate junguntur, ut & Rex in Romano Pontifice, & Romanus Pontifex inveniatur in Rege. Ille tamquam parens paterno semper jure praeeminet: iste velut unus & singularis filius in amoris illius amplexus requiescat, & gemino utriusque studio christianae Religionis refloreat disciplina: così la discorre il dotto egualmente che pio S. Pier Damiano(537).


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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