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      Egli è, che lo condanna al supplicio; egli, che comanda al solito ai suoi ministri di eseguirlo; egli, che per tal modo ajuta e difende la Chiesa. Se questo sia un'avvilire l'autorità secolare, [237] e renderla vile mercenaria della podestà ecclesiastica, decidetelo voi. Io in tanto esercizio di propria autorità e comando, in tanti contrassegni d'ossequio e rispetto invece di ravvisare ne' sovrani quei vili esecutori, che sognano i nemici della podestà ecclesiastica, altro non vedo che quegl'instancabili edificatori stranieri predetti già da Isaia, allorchè disse, Aedificabunt filii peregrinorum muros tuos, & Reges eorum ministrabunt tibi; quei forti scudi io vedo impenetrabili, che a suo riparo e difesa pendevano dalla mistica torre di Davidde: e quei Re finalmente e quelle Regine, che lo stesso Isaia chiamò suoi alimentatori e nutrici: Erunt Reges nutricii tui, & Reginae nutrices tuae: ed ai quali intimò Davidde(545): Et nunc Reges intelligite, erudimini qui judicatis terram: servite Domino in timore. E nelle loro esecuzioni altro non vedo che una di quelle gloriose intraprese, alle quali aspirava l'Imperatore Arnolfo allorchè disse ai Vescovi congregati in Triburia: habetis me omnibus Ecclesiae Christi adversantibus, & vestro sacerdotali ministerio retinentibus opportunissimum bellatorem(546).
      Lo vedo anch'io, che la podestà secolare, costretta da un sacro dovere a secondare l'ecclesiastiche disposizioni, non ha in queste cause, come nelle sue proprie, l'azione principale ed il primo luogo.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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