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      Ma che? cesserà per questo d'essere meno rispettabile e gloriosa? o sarà necessario perchè sussista nel naturale suo stato, che lo spirito si assoggetti alla carne, e le celesti cose cedano il luogo alle terrene ed umane? Nisi vero aequum est spiritum carni fasces submittere, & coelestia terrenis caedere(547)? Non l'intendeva così S. Gregorio Nazianzeno, e niuno l'intenderà che sia giusto estimator delle cose. Io venero nel sovrano una viva immagine del supremo reggitor d'ogni cosa, e nel procurare in ciò che non interessa la Religione la temporale felicità de' suoi sudditi lo credo indipendente da tutti: ma non lo credo tale allorchè trattasi di ciò che può riuscire di utile o danno alla cattolica Religione. In questi affari duopo è che dipenda dalla podestà della Chiesa: e non che la persona, [238] ma la stessa sua autorità vi resti in qualche modo subordinata e soggetta: e si guardi bene dal far cenno colla sua disobbedienza di soffrirne mal volontieri il peso; chè il cattivo esempio ridonderebbe in grave pregiudizio della sua eterna salute non solo ma dello stesso suo trono, giacchè, come riflette da suo pari il Card. Pallavicini, a proporzione che egli rispetterà la più sublime podestà spirituale, che Gesù Cristo ha introdotta nel mondo, sarà anch'esso e per divina disposizione e consiglio e per ordine e natura delle umane vicende rispettato e servito dai fedeli suoi sudditi, ai quali hanno intimato S. Pietro(548) e S. Paolo(549) l'obbligo di obbedire non meno alla Chiesa che a lui, come quella che è fornita di podestà della sua non meno sublime e perfetta.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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