loro insidie e dal loro furore la Fede di Gesù Cristo; così non parlerò che di questo. E vi dico francamente che essendo questa una delle cure speciali, che interessano l'ordinaria podestà d'ogni Padre e Pastore del sagro ovile, non può non appartenere a lui, che è stato inalzato in ispecial guisa al governo di tutti, e che divide per modo, al dire di S. Leone, cogli altri le sue sollecitudini, che risente il grave peso d'ogni diocesi, ed ha così comuni cogli altri le sue premure, che il ministero loro non è che una porzione del suo, e non meno da lui che dai rispettivi loro Vescovi ricercano ed aspettano i Fedeli protezione e difesa: nobis, così egli(562), cum omnibus cura communis est; neque cujuspiam administratio non nostri laboris est portio, ut, dum ad B. Petri Sedem ex toto orbe concurritur, et illa universalis Ecclesiae a Domino eidem commendatae dilectio etiam ex nostra dispensatione deposcitur, tanto amplius nobis instare oneris sentiamus, quanto cunctis majora debemus. E perchè niuno potesse sospettare che queste sue premure in tutt'altro si dovessero esercitare che nella punizion de' malvagi, quest'è, diceva egli scrivendo ai Vescovi d'Italia, che più interessa l'apostolico [244] nostro ministero, non essendo possibile che riesca bene il nostro governo se non perseguitiamo con santo zelo i seduttori, e non procuriamo di allontanare questa peste dai Fedeli, e d'impedire che si dilati di più(563).
Come, viventi ancora gli Apostoli, l'obbedienza dovuta ai rispettivi Pastori non sottraeva i Fedeli, al dir dell'Angelico, dall'obbligo di obbedire anche a quelli; per hoc quod subjiciebantur Episcopo civitatis non eximebantur a potestate Apostoli(564); e come l'autorità che allora esercitavano i Vescovi nelle diocesi loro assegnate, Tito in Candia, Timoteo in Efeso, Evodio ed Ignazio in Antiochia e tant'altri in altre parti del mondo, non impediva che S. Paolo minacciasse quelli di Tessalonica, condannasse l'Incestuoso di Corinto, e sgridasse e riprendesse tant'altri benchè soggetti ad altre giurisdizioni, e che S. Pietro scrivesse alle floridissime Chiese dell'Asia, della Bitinia, della Galazia e del Ponto(565) lettere, al dire d'Erasmo e di Estio, piene d'apostolica autorità, e che S. Giovanni riprendesse i Vescovi stessi alquanto trascurati nel loro impiego, e che tutti gli Apostoli in fine tornassero più volte a visitare quelle Chiese che avevano erette, benchè fornite di rispettivi Pastori; così l'ordinaria podestà che usano adesso sopra i loro sudditi i Vescovi cattolici, castigando ogni dissubbidienza, non può impedire che la più vasta e plenaria podestà, che per divina disposizione godono i Romani Pontefici sopra tutti i Fedeli, si stenda sollecita a presidio e conforto delle altrui diocesi, ed oltre i Vescovi e Pastori ordinarj, che non possono ricevere che da lui la legittima missione, non ritenga egli presso di se l'amplissima podestà di provvedere per se stesso o per altri delegati da se in ispecial modo alle loro indigenze, conservazione e difesa.
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